Una nota su Cicerone traduttore e interprete del Timeo di Platone

Ivan Adriano Licciardi

Abstract


In questo articolo intendo esaminare alcuni luoghi della traduzione latina di Cicerone del Timeo di Platone a partire dai quali è possibile individuare, plausibilmente, il carattere interpretativo (non neutrale, dunque) di questa sua traduzione. Mi focalizzerò, in particolare, sull’attribuzione dell’aggettivo aeternum al simulacrum, aggettivo che è assente nel testo di Platone (cf. Pl., Ti. 29b1-2); sulla intepretazione letterale del verbo γέγονεν di Ti. 28b7, che Cicerone traduce con ortus est; su Ti. 29d1-3, in cui la celebre espressione di Platone, εἰκώς μῦθος, viene variamente resa da Cicerone (probabilia,similitudo veri, coniectura, argumentum); su Ti. 29b2-3, in cui l’espressione κατὰ φύσιν ἀρχήν viene tradotta con rationis exordium. Si tratta di esempi dai quali è possibile ipotizzare, verosimilmente, una ricezione della filosofia di Platone, da parte di Cicerone, di tipo probabilistico.


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ISSN: 2281-3209                DOI Prefix: 10.7408

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